Mercoledi, 24 aprile 2024 - ORE:22:32

La Bain Capital di Mitt Romney sotto indagini, l’accusa: elusione fiscale

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New York- La campagna elettorale del candidato repubblicano Mitt Romney sembra inciampare su una scomoda faccenda di reati fiscali. La notizia bomba è arrivata nelle ultime ore, l’indagine giudiziaria è partita dal capo procuratore di New York Erik Schneidermann. Romney fu socio fondatore della società di private equity, la Bain Capital, che da oggi è sotto indagine con l’accusa, insieme ad altre grandi società americane, di aver abusato della normativa fiscale per alleggerire il carico delle imposte di centinaia di migliaia di dollari. L’accusa per elusione fiscale, punibile negli Usa come reato, potrebbe portare ad una condanna.

Sulla lista nera di Schneidermann, pubblicata dal New York Times, compaiono tra i nomi più importante di Wall Street: Kohlberg Kravis Roberts & Company, TPG Capital, Sun CapitalPartners, Apollo Global Management, Silver Lake Partners. Le grandi società avrebbero mascherato delle consulenze remunerate sotto la forma di partecipazioni al capitale di rischio, così che i compensi dei soci non vengano tassati con l’aliquota del 35% sul reddito ma con quella di molto inferiore sulle plusvalenze in conto capitale, che ammontano precisamente al 15%.

Mitt Romney fu vicepresidente della Bain Capital dal 1978 al 1984 ma tutt’ora riceve i frutti dei suoi investimenti direttamente dalla società, con un capitale che ammonta a 250 milioni, gran parte dei quali provenienti proprio dalla sua attività societaria.

La questione fa pensare che l’indagine potrebbe essere condotta con finalità politiche, dato che già in campagna elettorale il passato del repubblicano come ex vertice della Bain Capital era stato oggetto di polemiche. Fin ora le accuse degli avversari democratici si erano scagliate soprattutto contro la natura speculativa degli investimenti di Romney. Infatti, la Bain ha fama di ”risanare” le aziende, il che spesso significa licenziare dipendenti, rivenderle con un alto profitto e delocalizzarle nei paesi asiatici.

I sostenitori di Obama, che in campagna elettorale trova in Romney l’avversario più temibile, insistono sulla manchevolezza del repubblicano nel pagare le tasse sui suoi elevatissimi redditi, egli ne avrebbe infatti versato solo il 13,9%, meno di quanto pagherebbe un impiegato, e tutto grazie alla normativa sui capital gain.

Sono state rinvenute d recente numerose pagine di documentazione fiscale relative a Romney e i suoi conti offshore alle isole  Caimane, tuttavia gli esperti tributari non hanno trovato alcuna transazione illecita. Potenziali imputati saranno interrogati nei prissimi giorni grazie alle ”subpoena” emesse dal procuratore.


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