Giovedi, 25 aprile 2024 - ORE:01:30

La Camusso non dimentica chi è senza Cassa integrazione

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Susanna Camusso rilancia l’allarme per la mancanza dei fondi per finanziare la cassa integrazione. Lo dice a L’intervista su Sky tg 24. «C’è questo rischio» che mezzo milione di italiani possa restare senza cassa integrazione. Si stanno moltiplicando le domanda di cassa integrazione in deroga. I primi mesi del 2013 hanno determinato un’ulteriore accelerazione della crisi e della difficoltà» spiega il segretario della Cgil che rinfaccia al governo uscente la sottavalutazione del problema. «È quello che abbiamo tentato di dire al governo a dicembre: non prevedete una riduzione della spesa sulla cassa integrazione in deroga perché ne avremmo bisogno. In qualche regione siamo già arrivati all’esaurimento dei fondi, non è neanche detto che si arrivi a giugno in alcune regioni». Quelle risorse, rileva però la Camusso, «bisogna trovarle, non solo per proteggere il reddito di quei lavoratori, ma per evitare un’ulteriore spirale di avvitamento sulla riduzione dei consumi, un’ulteriore riduzione della base produttiva che si è già ridotta consistentemente».

Occorre rilanciare il settore manifatturiero

«Bisogna ritornare a delle cose che sono state derubricate. Noi siamo un paese industriale. Se perdiamo la nostra capacità industriale non abbiamo un’altra economia possibile» spiega la Camusso che sottolinea che «bisogna decidere come la si rinnova e come la si qualifica. Come si rende una attività industriale programmata e qualificata come ad esempio turismo e cultura su cui si è purtroppo tagliato. Noi abbiamo delle risorse naturali che non sono quelle alle quali si pensa tradizionalmente ma sono il nostro Paese».

La Camusso spinge per l’intesa

L’invito della Camusso per sconfiggere la crisi è quello per l’unità delle forze in campo. Innanzitutto nel sindacato. «Cgil Cisl e Uil hanno il problema di mobilitarsi e di dare voce al lavoro, alle tante preoccupazioni, di riunificare le tante disperazioni. Bisogna lavorare per una grande iniziativa di Cgil Cisl e Uil». Ma la necessità di lavorare in comune è estesa anche al fronte contrapposto. E cioè quello della Confindustria. Alla quale lancia segnali di pace in un’intervista questa volta al Tg3. «Nelle situazioni difficili bisogna assumersi la responsabilità di risolvere i problemi e Confindustria sa che in questi anni ci sono stati troppi strappi, il Paese merita una nuova fase».


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