Sabato, 4 maggio 2024 - ORE:21:40

Tares: un incubo fiscale in avvicinamento

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Nel 2012 l’incubo fiscale degli italiani è stato rappresentato senza dubbio dall’Imu,la nuova tassa sugli immobili che ha sostituito la vecchia Ici. Nessuno però si aspettava che in questo 2013 il terrore dell’imposta sulla prima casa potesse essere superato da un nuovo mostro tributario che allunga la sua ombra su tutti i contribuenti italiani. Stiamo parlando della Tares, la nuova tassa sui rifiuti che andrà a sostituire le vecchie Tarsu e Tia.

Per le famiglie, questo, rappresenterà l’ennesimo salasso fiscale

Per capire l’entità della vera e propria mazzata fiscale che subiremo, e le ragioni di questa ennesima recrudescenza erariale, partiamo dai privati cittadini. Quello che minaccia di abbattersi sui bilanci familiari per l’inizio dell’estate ha tutte le sembianze di un vero e proprio bagno di sangue. A giugno infatti scatterà il primo acconto dell’Imu, a luglio poi sarà la volta dell’aumento dell’Iva di un punto. Ma quello che preoccupa di più, come accennato, è l’arrivo della prima rata della Tares , sempre a luglio. Si prospettano infatti aumenti medi, rispetto alle vecchie Tarsu e Tia, dell’ordine del 20% fino anche a un +40%. Le ragioni di questi rincari sono da ricercarsi innanzitutto nella natura stessa delle nuova imposta.

I cosiddetti “servizi indivisibili” continueranno ad esserci

Seppur denominata ancora tassa sui rifiuti, in effetti con la nuova Tares pagheremo anche un contributo per quelli che vengono definiti servizi indivisibili,. Ci riferiamo ad esempio all’illuminazione pubblica o alla manutenzione di strade e piazze. Tutte spese che prima venivano coperte dai Comuni tramite i trasferimenti dello Stato e che invece ora saranno finanziati direttamente dai cittadini, visti i tagli pesantissimi subiti dalla spesa pubblica.

Ma come se non bastasse questo, in molte realtà locali gli aumenti della Tares sono anche legati alle inefficienze del trattamento dei rifiuti. In molte zone del Paese infatti, la corretta gestione dell’immondizia stenta ancora a decollare. Di qui la necessità di imposte sempre maggiori per fare fronte a vere e proprie emergenze che rischiano di gettare molti Comuni italiani, soprattutto del Centro-Sud, in condizioni paragonabili a quelle vissute da Napoli fino a qualche tempo fa.


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